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Lorenzo Alessandri è un viaggiatore instancabile di mondi fantastici.

Un viaggio dentro la sua arte è un viaggio continuo dentro e fuori di noi, alla ricerca di ciò che siamo. Un viaggio che ci porta in contatto con i nostri aspetti più aperti e gioiosi, ma anche con le nostre zone d’ombra: i nostri lati oscuri. Ansie, paure e angosce assumono nella sua pittura, come nella nostra psiche, l’aspetto dei “mostri”.

Ma il messaggio di Alessandri è chiaro: non bisogna aver paura dei mostri, anche se sovente albergano, in notevoli quantità, dentro di noi.

I suoi mostri, infatti, sono raffigurati con colori vivi, sgargianti, con sguardi che osservano ma non spaventano, più personaggi di fantasia che orride creature. E tutte le opere qui esposte lo dimostrano: da Monoronte blu infermo alle gambe (1967) a Ossessione di sclassaronti (1962) che raffigurano come la paura possa ingigantire tutto.

Alessandri, in questa mostra, ci apre le porte della sua pittura che assume il corso di una navigazione verso rotte imprevedibili.

Opere gioiose e inquiete, dirompenti e spiazzanti, come la serie delle Civette e delle Bambole, ma anche delicate e intimiste come gli autoritratti: Sciarpa a spatola (1955) e Studio per autoritratto notturno al Martinetto (1949).

Il catalogo

È disponibile il catalogo “Lorenzo Alessandri, tra inconscio e surreale”: 64 pagine con tutte le 50 opere che saranno in mostra.

Opere provenienti da collezioni private e per lo più mai esposte al pubblico!

Un lavoro superbo dello studio grafico ACD accompagnato dall’ottima stampa della tipolitografia Testori.

A cura di Monica Col.
Fotografia di Graziano Piola.
Edizione Associazione Le Tre Dimensioni.

Il catalogo si può richiedere scrivendo a
letredimensioni.associazione@gmail.com 

“Lorenzo Alessandri tra inconscio e surreale” è una mostra fatta essenzialmente di sguardi.

Sguardi di donne, di uomini, di bambole e di mostri, ma anche sguardi di finestre su luoghi da lui vissuti: amati e odiati nello stesso tempo.

In Lorenzo Alessandri troviamo quindi il senso del viaggio in tutte le sue sfaccettature. Nei ricordi di viaggi veri, come nella Seconda Conversazione Tibetana e in Susy e Lucy incontrate ad Amsterdam, e nei viaggi surreali che culminano in altrettanti surreali atterraggi: Otto incensi, Eclissi Albina, Atterraggio a Leumann. Anche qui gli spettatori più piccoli potranno ritrovare un linguaggio a loro noto: quello dei colori sgargianti e pastello dei loro libri, degli aerei disegnati, delle illustrazioni, delle favole che mescolano il lupo cattivo e i bravi bambini, le streghe e gli orchi con le fate e gli intrepidi cavalieri.

Perché nei dipinti di Alessandri il bene e il male vanno a braccetto, come nelle favole per i bambini.

Ancora un messaggio al nostro inconscio: il male c’è, ma proprio come nei racconti per i bambini, deve essere riconosciuto e farci mettere in guardia.

Ci accompagna Alessandri nell’umano, si diverte a rappresentarlo tutto insieme in un solo dipinto in tante sfaccettature. Come un caleidoscopio, che cambia colore, a seconda di come lo giriamo. Perché il materiale con cui ha dipinto, in realtà, non è fatto di tubetti, colori, oli, masonite, tele, cartoni.

Il primo materiale con cui dipinge è il suo sguardo.