Lorenzo Alessandri è un viaggiatore instancabile di mondi fantastici.
Un viaggio dentro la sua arte è un viaggio continuo dentro e fuori di noi, alla ricerca di ciò che siamo. Un viaggio che ci porta in contatto con i nostri aspetti più aperti e gioiosi, ma anche con le nostre zone d’ombra: i nostri lati oscuri. Ansie, paure e angosce assumono nella sua pittura, come nella nostra psiche, l’aspetto dei “mostri”.
Ma il messaggio di Alessandri è chiaro: non bisogna aver paura dei mostri, anche se sovente albergano, in notevoli quantità, dentro di noi.
I suoi mostri, infatti, sono raffigurati con colori vivi, sgargianti, con sguardi che osservano ma non spaventano, più personaggi di fantasia che orride creature. E tutte le opere qui esposte lo dimostrano: da Monoronte blu infermo alle gambe (1967) a Ossessione di sclassaronti (1962) che raffigurano come la paura possa ingigantire tutto.
Alessandri, in questa mostra, ci apre le porte della sua pittura che assume il corso di una navigazione verso rotte imprevedibili.
Opere gioiose e inquiete, dirompenti e spiazzanti, come la serie delle Civette e delle Bambole, ma anche delicate e intimiste come gli autoritratti: Sciarpa a spatola (1955) e Studio per autoritratto notturno al Martinetto (1949).